Ente parco

GESTIONE FAUNISTICA


Il Servizio Naturalistico-Forestale si occupa anche dello studio della fauna attraverso censimenti ad hoc.
In particolare, negli ultimi anni sono stati fatti studi per la redazione dei Piani di Gestione mirati alla conoscenza della comunità ornitica nidificante (attraverso il censimento al canto), della chirotterofauna (attraverso rilevamento ultrasonico con il bat detector), comunità macrobenthonica (definizione dell’IBE), entomologa (cattura con trappole esca “a caduta”, "ombrello entomologico" e "a vista" di specie "fitofaghe", ricerca di artropodi "geofili", raccolte "a volo" di insetti alati diurni).

Oltre a questi studi, negli anni sono stati portati avanti progetti quali:

  • censimento degli uccelli acquatici svernanti sui laghi del Parco (IWC International Waterbird Census) e sull’asta del Fiume Lambro;
  • censimento del gambero rosso della Louisiana (Procambarus clarkii);
  • censimento dei nidi di rondine in collaborazione con l’Università Bicocca e il Parco Pineta.

Dal 2009, inoltre, è stata aperta e gestita una stazione di inanellamento a scopo scientifico dell’avifauna nei pressi della foce del fiume Lambrone nella ZSC (ex SIC) del Lago di Pusiano al confine tra le Provincie di Como e Lecco.

La stazione di inanellamento Lambrone - Lago di Pusiano

La Stazione di inanellamento “Lambrone” si trova nella ZSC (ex SIC) del Lago di Pusiano al confine tra le Provincie di Como e Lecco, all’interno del Parco Regionale della Valle del Lambro ed è situata tra la foce del fiume Lambrone e la costa occidentale del Lago di Pusiano, ad un'altitudine di 265 m s.l.m. (coordinate 45° 47’ 42’’ N/ 9° 15’ 2’’E). 

La stazione - storicamente attivata a partire dal 1988 - ha operato alternando periodi di attività fissa a periodi di apertura irregolari grazie all’operato di numerosi volontari e, vista la notevole potenzialità dimostrata, soprattutto durante la migrazione primaverile, nel 2009 è stata riaperta dal Servizio Naturalistico-Forestale del Parco. L'attività della stazione, svolta con il supporto di volontari e collaboratori, ha lo scopo scientifico di monitorare l'avifauna nidificante, svernante e migratrice.

La zona si colloca infatti lungo una rotta migratoria molto importante a ridosso dell’arco prealpino, utilizzata da numerose specie di passeriformi e non passeriformi che effettuano spostamenti a medio e lungo raggio attraverso il Paleartico Occidentale. Inoltre, la particolare conformazione ambientale (area lacuale, zone a canneto, boschi d’alto fusto composti da querco-ulmeto e saliceto, prati da sfalcio e alcune rogge) rende la zona del Lambrone decisamente rilevante come area di sosta e nidificazione per molte specie di uccelli.

L’attività di inanellamento a scopo scientifico dell’avifauna è svolta da personale specializzato in possesso di patentino apposito rilasciato dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), a cui vengono inviati i dati, e si basa sulla tecnica di cattura con reti fisse, misurazione dei dati biometrici e morfometrici dell’individuo, applicazione di un anello di riconoscimento e successiva liberazione. Le attività sono state svolte dalle prime luci dell’alba fino a mezzogiorno, mentre occasionalmente si sono effettuate sedute serali per monitorare i dormitori di Rondini e Migliarini. 
L’importanza di questa attività consiste nella possibilità di raccogliere dati rilevanti (biometrici e morfometrici) e nella possibilità di effettuare “ricatture” di soggetti già inanellati in altre stazioni ornitologiche, sia italiane che estere, o che i soggetti inanellati vengano ricatturati in altre stazioni a seguito degli spostamenti migratori.

Per analizzare la biodiversità e le dinamiche di sosta (stopover) negli anni 2011-2012 sono state organizzate sessioni continuative di inanellamento durante i principali periodi migratori, grazie anche ad un finanziamento della Fondazione Cariplo nell’ambito del bando “Il corridoio ecologico del Lambro: interventi per il consolidamento e l'implementazione della connettività e della biodiversità”. In particolare, il progetto ha visto come partner coinvolti il Parco Regionale della Valle del Lambro e il gruppo di ricerca del laboratorio ZooPlantLab afferente al dipartimento di Biotecnologie e Bioscienze dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca.

Dall’inizio dell’attività sono stati inanellati circa 4000 individui appartenenti a 70 specie diverse. Una varietà resa possibile dalla grande varietà di ambienti presenti nell’area: canneto che circonda il Lago, boschi d’alto fusto composti da querco-ulmeto e saliceto, prati da sfalcio e rogge.

Durante il periodo di attività sono stati ricatturati 6 individui con anello straniero e in particolare: un Pendolino con anello tedesco, un Pendolino con anello polacco, un Forapaglie comune e un Migliarino di palude con anello spagnolo, una Cannaiola comune con anello ungherese e una Capinera con anello sloveno. Inoltre sono stati ricatturati individui inanellati in altre stazioni italiane: tre Pendolini inanellati a Fondotoce e uno in provincia di Novara, una Cannaiola comune inanellata nel 2009 a Rimini e ricatturata al Lambrone nel 2010 e una inanellata in località Fornacette d’Inverigo (CO) e una Capinera inanellata ad Arosio.
Al contrario, tre Migliarini di palude inanellati al Lambrone nel 2010 sono stati ricatturati rispettivamente in Svezia, Norvegia e Repubblica Ceca.
Infine è da segnalare l’importante cattura di due individui di Forapaglie castagnolo, rispettivamente terza e quarta cattura registrata per le provincie di Como, Lecco e Sondrio.

Report attività 2009
Report attività 2010
Report attività 2011
Report attività 2012
Poster convegno inanellatori